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STATO DI CONSERVAZIONE DEI PESCI OSSEI MARINI ITALIANI


Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela de Territorio e del Mare, in quanto Autorità Nazionale dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature) in Italia, ha richiesto l’elaborazione della Lista Rossa Nazionale per i pesci ossei marini con lo scopo di avere una visione aggiornata del contesto nazionale. Una specie che non corre rischi di estinzione in senso globale può invece essere fortemente minacciata a livello

regionale, ecco perché è fondamentale una Lista Rossa italiana. Evidenziando il diverso grado di conservazione e di minaccia delle varie specie a scala locale si forniscono informazioni fondamentali per la gestione.


In Italia sono presenti 468 specie di pesci ossei marini e rappresentano una frazione consistente (circa 78%) di quelli presenti nell’intero Mar Mediterraneo. I pesci ossei sono un gruppo particolarmente diversificato e ricco di specie, molte delle quali hanno anche una forte importanza economica.

Analizzando le informazioni e i dati riportati nella Lista Rossa emerge che molte specie soffrono una condizione di minaccia e che specie un tempo comuni ed abbondanti hanno subito diminuzioni drastiche e preoccupanti. Le specie ittiche sono minacciate da fattori diretti, come la pesca mirata e la cattura accidentale, e da fattori indiretti, come l’inquinamento e gli effetti dei cambiamenti climatici. Sono quindi necessarie urgenti richieste di protezione e piani di gestione efficaci per conservare la biodiversità, ridurre le pressioni antropiche sulle popolazioni di pesci e per salvaguardare gli habitat critici marini. Nello studio sono state valutate 407 specie di pesci ossi; di queste 8 risultano a rischio di estinzione (2%). Altre 9 specie sono considerate quasi a rischio di estinzione (2,2%) e per altre 51 specie (12,5%) non esistono informazioni sufficienti per valutare il loro stato di conservazione, quindi molto probabilmente il numero di specie minacciate è maggiore. Le rimanenti specie (83,3%) non sono a imminente rischio di estinzione. Delle 468 specie sopra menzionate, 61 sono occasionali, marginali o non native dei nostri mari e di conseguenza non sono state valutate.


Secondo i criteri di classificazione della IUCN, l’ombrina bocca d’oro (Argyrosomus regius) è classificata come gravemente a rischio di estinzione (critically endangered); la cernia bruna (Epinephelus marginatus) e il rombo chiodato (Scophthalmus maximus) sono a forte rischio di estinzione (endangered); la cernia bianca (Epinephelus aeneus), la cernia dorata (Epinephelus costae), la cernia di fondale (Epinephelus americanus), la

corvina (Sciaena umbra) e lo sgombro (Scomber scombrus) sono vulnerabili all’estinzione (vulnerable). Tra le specie considerate nella categoria “quasi minacciata” (near threatemed) ve ne sono alcune di grande importanza per la pesca commerciale, come il nasello (Merluccius merluccius), la ricciola di fondale (Centrolopus niger), il tonno rosso (Thunnus thynnus) o il pesce spada (Xiphias gladius).


Le principali minacce per i pesci ossei marini italiani sono rappresentate dall’eccessivo prelievo di pesca, che avviene con attività di pesca mirate a specifiche specie o, più frequentemente, sotto forma di catture accessorie o accidentali nel corso di pratiche di pesca indirizzate ad altre specie; lo sviluppo urbano costiero;

l’aumento dell’inquinamento delle acque e la perdita o alterazione dell’habitat a causa delle attività antropiche e dagli effetti dei cambiamenti climatici.

Per maggior informazioni è possibile consultare la “Lista Rossa dei pesci ossei marini italiani” rilasciata dalla IUCN.




Clarissa Barbieri

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